lunedì 28 luglio 2008

La solitudine dei numeri primi.

Finito.

Bello bello bello.

Bello lo stile, bella la storia, belle le emozioni che trasmette.

Bello ma triste...così triste che viene da pensare che per poterle scrivere certe cose, sia necessario esserci passato molto molto vicino...o dentro.

Uno di quei libri che ti si incolla alle mani e non ti lascia scampo. Molto interessante il metodo in cui vengono descritte le azioni e il contesto che vivono i personaggi, ti immerge nel mondo di carta, rendendolo palpabili.

Una miriadi di piccoli dettagli dei gesti, dei pensieri e ambientali costrusicono un mosaico che appena ti allontani un attimo ti mostra un quadro completo, reale, avvolgente.

Non posso fare altro che sperare che Paolo Giordano di tanto in tanto lasci perdere un pò di fisica e scriva ancora.

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